Siamo nel 1938. Ilio Barontini, comunista livornese, aveva combattuto nella guerra di Spagna diventando l’eroe della battaglia di Guadalajara. A Parigi venne scelto dai servizi segreti francesi e britannici per una missione rischiosissima: organizzare le forze partigiane abissine che dovevano resistere all’avanzata fascista. Mussolini aveva occupato con l’uso dell’iprite i villaggi e le città più importanti, la ferrovia Addis Abeba-Gibuti e le principali vie di comunicazione, ma una parte considerevole del territorio era ancora in mano agli arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”. Il libro di Marco Ferrari racconta la sua storia.
Dialogano con l’autore Barbara Berruti e Uoldelul Chelati.
A cura di Istoreto.
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