Fra gli anni Cinquanta del XIX secolo e la metà del secolo successivo, decine di milioni di persone vennero espulse, deportate e ricollocate altrove, o costrette a emigrare, solo perché erano classificate come membri di uno specifico gruppo etnonazionale o religioso. Il fenomeno interessò in particolare quell’”Europa di mezzo” divisa fino alla Prima guerra mondiale fra gli imperi zarista, tedesco, asburgico e ottomano e si concentrò soprattutto nel periodo tra le guerre balcaniche e il consolidamento dei regimi comunisti nell’Europa centro-orientale.
Con un ampio raggio d’osservazione, che va dall’Asia Centrale ai profughi istriani di casa nostra, l’incontro affronta in particolare le connessioni, nel periodo tra 1945 e 1961, tra le migrazioni forzate che ebbero luogo nell’Europa centro-orientale dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale e quelle che coinvolsero palestinesi ed ebrei e si verificarono in Medio Oriente nel decennio successivo alla creazione dello stato di Israele.
Dialogano:
Antonio Ferrara, storico e ricercatore indipendente
Niccolò Pianciola, professore associato presso l’Università di Padova
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