Come possiamo trasformare la memoria in qualcosa di tangibile, sensibile, andando oltre i meri dati della Storia e delle storie? Ci sono tre tipi di memoria sensoriale, legata alla vista, all’udito e al tatto. L’ultima, la memoria aptica, ci permette di elaborare informazioni che hanno a che fare con sensazioni, quali il dolore, o il freddo, che ci riportano a una dimensione fisica e propriocettiva, vanno ad approfondire le informazioni visive che lavorano su un piano più astratto di analisi ed elaborazione degli eventi. Touch è un progetto di Piero Cavagna e Giulio Malfer che si interroga sulle modalità del ricordo, coinvolgendo alcuni studenti con i quali hanno preso parte al viaggio del Treno della Memoria nel 2015 e poi nel 2019. Una serie di fogli riportano dei testi stampati a rilievo con inchiostro bianco, mentre altri dei quadrati neri stampati su carta fotosensibile che si attiva solo grazie al calore delle mani, svelando i volti di alcuni ragazzi e ragazze vittime della
Shoah. A muro, i ritratti dei giovani che gli autori hanno accompagnato alla scoperta di una parte così tragica della storia del ‘900 tengono fra le mani strisce di garza che riportano i nomi di altrettante vittime dell’Olocausto e chiudono un circolo visivo che mette in connessione passato, presente e una nuova attivazione della nostra percezione del futuro. L’esposizione è anche una pubblicazione racchiusa in un cofanetto di legno, anch’essa realizzato dagli studenti con la supervisione dei due autori, una scatola della memoria che crea un’ulteriore connessione fra dimensione personale e collettiva.
A cura di: Giulio Malfer.
Inaugurazione della mostra: 26 gennaio alle ore 18.
Qui il programma con tutti gli eventi per il giorno della memoria.